DAL CORRISPONDENTE DA CATANIA. Tutti via da Lampedusa, nel pomeriggio l’isola è stata «svuotata» di migranti: una parte diretta in Sicilia per essere ospitata in strutture di prima accoglienza, un’altra parte imbarcata sulla nave-quarantema Moby Zazà. Infine, un gruppo di tunisini che avrebbe dovuto salire con gli altri sulla Moby Zazà è stato invece portato via dall’isola con le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza; troppo alto il rischio che a bordo della nave-quarantena potessero dare vita a proteste e tensioni, così come avvenuto ieri con altri 14 loro connazionali che, infatti, a tarda sera erano stati sbarcati a Porto Empedocle e portati in un centro di accoglienza a Siculiana, lo stesso dove probabilmente andranno anche i 28.

Da oggi sull’isola non ci sono più migranti, almeno fino al prossimo sbarco autonomo. Se ne attendono diversi in questa fine primavera e ancora in estate. E in casi del genere, a nulla vale la dichiarazione di «porti non sicuri» fatta dal governo italiano per gli scali italiani a causa dell’emergenza Coronavirus che proprio oggi il Tar del Lazio ha confermato, rigettando la richiesta di sospensione avanzata dall’Arci.

Sul traghetto di linea Cossyra che collega Lampedusa a Porto Empedocle sono stati fatti salire i 108 migranti arrivati con tre sbarchi diversi all’inizio di maggio e che hanno trascorso la quarantena nell’hotspot di contrada Imbriacola e che sono risultati tutti negativi al Covid-19. Sulla Moby Zazà, invece, sono saliti 109 dei 137 migranti che erano arrivati sull’isola con una barca mercoledì scorso e che erano stati accolti provvisoriamente nei locali della parrocchia dell’isola; sono provenienti da Camerun, Congo, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Repubblica Centrafricana. Separati dal gruppo, invece, i 28 tunisini che sono stati imbarcati sulle motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza dirette a Porto Empedocle.

I migranti sulla Cossyra saranno portati in strutture di accoglienza della Sicilia, una volta sbarcati anche loro a Porto Empedocle mentre quelli imbarcati sulla Moby Zazà dovranno cominciare la quarantena che un altro gruppo di 105, a bordo da giorni, ha già avviato; di quel gruppo faceva parte anche un giovane tunisino che mercoledì notte si è lanciato in mare per tentare di raggiungere a nuoto la costa, annegando, il suo corpo ritrovato nei pressi di una spiaggia dell’Agrigentino a cinque miglia di distanza. La nave dovrebbe tornare comunque in rada davanti a Porto Empedocle dove è più agevole ricevere rifornimenti e smaltire i rifiuti speciali.     

Al sud di Lampedusa, fuori dalle acque territoriali italiane, resta in attesa il misterioso peschereccio che ha a bordo una cinquantina di migranti recuperati in zona Sar maltese la scorsa settimana. La Valletta ha chiesto il «Pos», il porto sicuro, all’Italia perchè nonostante la competenza, le coste italiane di Lampedusa sono più vicine. Richiesta che finora sarebbe stata rifiutata anche se in questi giorni la Guardia costiera italiana ha effettuato alcune evacuazioni mediche di migranti che avevano problemi di salute: lunedì scorso una donna al nono mese di gravidanza con il marito, ieri un’altra donna incinta, di nazionalità camerunense.

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