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Corriere del Ticino, 17 dicembre 2019
Delli aspetti de paesi. II, Rappresentazione, memoria, conservazione
La novella di Andreuccio tra erudizione, critica d'arte e cinema = The story of Andreuccio amidst erudition, art critic and cinema, CIRICE 2016, tomo II. D2, p. 881-891The story of “Andreuccio da Perugia”, set in the city of Naples by Giovanni Boccaccio in his Decameron, was revisited on film in 1971 by the film-maker Pier Paolo Pasolini, and was the topic of an erudite lecture held in 1911 by the philosopher Benedetto Croce. Pasolini heeded to the artistic lessons of Roberto Longhi to narrate the circumstances of a disciple of Giotto who himself was a character in one of Boccaccio’s tales. Croce focused on the history of the kingdom of Naples during the Angevin rule, and paid particular consideration to the importance of preserving the past by safe-keeping individual and collective memories. The aim of this essay is to compare the reflections of these two scholars who each addressed the Andreuccio’s story in his own way. The paper shall rely on a philosophical concept embodied by the German word Vorverständnis or “preconception”. It shall be used to demonstrate how both scholars adopted Boccaccio’s literary model and artistic sensibility to commingle various media – such as architecture and its content, painting as a tool of art, monuments and their significance, and diverse regional dialects – into a common plot that would enable any writer to recover the experiences from the past.
Introduzione con Elisa Curti all'antologia Le Monnier: Giovanni Boccaccio
Boccaccio e dintorni / Intorno a Boccaccio. Giornata di studi promossa dall'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio. Certaldo, 25 giugno 2014
Firenze versus Venezia e altre città: la geografia simpatica del "Decameron"2014 •
Una delle caratteristiche principali del capolavoro di Giovanni Boccaccio è senza dubbio l’enorme varietà geografica presente nel Decameron: l’autore infatti cita circa 180 tra paesi e città, che all’interno delle cento novelle rappresentano ambientazioni o anche soltanto rapidi accenni. Ci sarebbe dunque, concretissimo, un rapporto tra le ambientazioni delle storie narrate dalla brigata e i suoi personaggi, come se i luoghi geografici influenzassero le azioni dei protagonisti. Il nostro intento è quello di verificare se sia possibile creare un parallelismo strutturale tra l’astuzia dei personaggi e la città di Firenze, e, per opposizione, constatare come alcuni pregiudizi e inimicizie storico-politiche facciano sì che Venezia, Siena e altre realtà siano popolate da gente piuttosto sciocca. La centralità di Firenze all’interno della geografia del Decameron è indiscussa: in effetti la maggior parte delle novelle è ambientata proprio in questa città, e sembra valere in tutta l’opera un semplice assioma per il quale più ci si allontana dalla Toscana (e da Napoli) più i contorni si fanno sfumati, la precisione scema e l’importanza dell’ambientazione viene meno. Forse anche per questo la critica ha sempre voluto cercare un significato particolare anche nella posizione delle novelle fiorentine all’interno delle varie giornate. D’altro canto, Boccaccio utilizza spesso la caratterizzazione geolinguistica dialettale ogniqualvolta voglia tratteggiare negativamente un veneziano o un senese: sarà forse un caso? Altri confronti, come per esempio quello tra la novella ravennate di Nastagio degli Onesti (V 8) e quella fiorentina di Federigo degli Alberighi (V 9) ci aiuteranno a chiarire se davvero sia il caso di stabilire una scala di valori geografica. Bibliografia essenziale: - Vittore Branca, Boccaccio Medievale, Firenze, Sansoni, 1998 (1956); - Giorgio Cavallini, Postilla sulla geografia del Decameron, in «Rivista di Letteratura Italiana», XX, vol.3, 2002, pp. 91-104; - Roberto Mercuri, Genesi della tradizione letteraria italiana in Dante, Petrarca e Boccaccio, in «Letteratura italiana. Storia e geografia», vol. I, Torino, Einaudi, 1987; - Giorgio Padoan, Sulla novella veneziana nel «Decameron», in Boccaccio Venezia e il Veneto, a cura di Vittore Branca e Giorgio Padoan, Firenze, Olschki, 1979, pp. 17-46; - Manlio Pastore Stocchi, Dioneo e l’orazione di frate Cipolla, in Boccaccio Venezia e il Veneto, a cura di Vittore Branca e Giorgio Padoan, Firenze, Olschki, 1979, pp. 47- 61. - Introduzione al Decameron, a cura di Michelangelo Picone e Margherita Mesirca, Firenze, Cesati, 2004; - Francesco Tateo, Boccaccio, Laterza, Roma, 1998.
2012 •
http://www.ledonline.it/ledonline/index.html?/ledonline/589-filosa-studi.html "Questi tre studi compongono la prima monografia in italiano sul De mulieribus claris. Il volume si propone di rivalutare, da un punto di vista letterario, narrativo, e culturale la raccolta di Giovanni Boccaccio, il quale con 106 biografie femminili sancisce la nascita di un nuovo genere letterario, che troverà il suo apice nel Rinascimento. Nel primo studio, «I modelli letterari», si analizzano i testi classici e i florilegi medievali di figure muliebri. Questi testi, e anche altri scritti boccacciani, possono essere stati ispiratori del De mulieribus. La raccolta di biografie femminili offre poi molti punti di contatto e analogie con le novelle del Decameron: nella caratterizzazione di alcune protagoniste, in certi stilemi stilistici e in alcuni discorsi filosofeggianti. Tramite intertestualità, analogie e gemmazioni degli stessi sottotesti letterari, i rapporti tra le due opere si stringono, dimostrando che la vocazione narrativa e la disponibilità all'affabulazione di Boccaccio non viene meno neppure nelle opere latine ed erudite, come il De mulieribus claris. In quest'opera ogni biografia è trasformata in una piccola novella. Questo è l'argomento del secondo studio, «I rapporti con il Decameron». Grazie ad una realistica caratterizzazione psicologica delle sue protagoniste, Boccaccio offre una nuova e convincente immagine della donna: «La donna umanistica» al centro del terzo studio. Il Certaldese cambia il modo di vedere e rappresentare le donne. Esse non sono più astratte immagini simboliche e tereotipiche, come in molti cataloghi medievali, bensì nuovi esempi vitali, reali, in cui identificarsi facilmente. Spesso si propongono nuovi modelli umanistici, a cui ispirarsi. L'avvincente retorica narrativa, e l'originalità ideologica, pone il De mulieribus claris tra gli scritti più importanti di Boccaccio nel contesto della tradizione letteraria e culturale.
Il Canzoniere di Francesco Petrarca nella lettura di Marco Santagata e Rosanna Bettarini. Affinità e divergenze delle due principali edizioni contemporanee dei Rerum Vulgarium Fragmenta. Il confronto tra le due introduzioni diventa anche lo spunto per esaminare i nodi principali della poetica petrarchesca. Capitolo di Tesi di laurea.
L'IDOMENEO Idomeneo (2017), n. 24, 239-260
E.FILIERI,Pilati, la Riforma e la satira19320 126160 1 PB2017 •
Jurist, historian, publicist, Carlo Antonio Pilati from Tassullo (1733-1802) was engaged between Trento and the Hansburg Austria, but his thinking spread also in the Reign of Naples, on the basis of Grozio, Pufendorf and of freethinkers. In contact with the nobles Salis-Marschlins in the canton of Grisons, he devoted himself to the text A Reform of Italy (1767), for the anticurial and jurisdictional redefinition of the state, with the Episcopalian option of a national Church, between the religious dimension and the political sphere. Pilati makes reference to Machiavelli, Sarpi, Muratori and Genovesi, so that the prince may be able to realize the reforms, like 'legal despot' to the origin of the public prosperity. In 1769 (then in 1789), Pilati published the satire The Marriage of friar Giovanni: so he individualised a libertarian and anticurial run to win the stereotype of the Italy like a country characterised by the heat, the Holy Office and brigands, according to a Jacobin-Masonic style of antityrannical theatre. The satire of The Marriage is clearly against monkish manners and it sends back to the prototype of the corrupt religious one, between the sacrilegious success of 'ser Ciappelletto', and the fraudulent objectives of friar Timoteo, on the wake of Boccaccio and Machiavelli literary skill. With satire Pilati combines literary conscience and communicative will, in civil and political directions; the criticism towards the clerical system and the corrupted social classes shows the striking contradictions and the hypocrisies of the monkish cliquishness and of the Pharisaic 'whitened graves', to promote deep, necessary and undelayable changes. Riassunto. Le idee di Carlo Antonio Pilati di Tassullo (1733-1802), giurista, storico e pubblicista, si diffusero subito fra Trento e l'Austria asburgica, ma anche nel Regno di Napoli, sul ceppo di Grozio e Pufendorf, dei freethinkers e dei Lumi radicali. A contatto con i Salis-Marschlins, nobili Grigionesi, si dedicò al testo Di una Riforma d'Italia (1767), per la ridefinizione giurisdizionalista e anticuriale dello Stato, con l'opzione episcopalista di una Chiesa nazionale, fra dimensione religiosa e sfera civile e politica. I richiami a Machiavelli, Sarpi, Muratori e Genovesi puntavano sul principe capace di realizzare le riforme, come 'despota legale' all'origine della pubblica prosperità. Nel 1769 (poi nel 1789), pubblicò la satira antifratesca Il Matrimonio di fra' Giovanni: Pilati così individuò un percorso libertario e anticuriale per vincere lo stereotipo dell'Italia come paese caratterizzato dal caldo, dal Sant'Uffizio e dai briganti, con un piglio massonico-giacobino di teatro antitirannico. La satira de Il Matrimonio è chiaramente antifratesca e rinvia al prototipo del religioso corrotto, fra il successo sacrilego di ser Ciappelletto, e gli obiettivi fraudolenti di frate Timoteo, nella scia del magistero letterario di Boccaccio e di Machiavelli. Nel Pilati la scelta del tono satirico coniuga coscienza letteraria e volontà comunicativa, in direzione civile e politica, nella critica contro il sistema clericale e i ceti corrotti.
Evoluzione dell'immaginario nella Svizzera italiana, "Quaderni di Coscienza svizzera", 35
L'incostante percorso identitario della Svizzera italiana2014 •
Rencontres de l’Archet. Atti delle Rencontres de l’Archet (Morgex, 14-19 settembre 2015), Morgex, Fondazione “Centro di Studi storico-letterari Natalino Sapegno – onlus”, pp. 121-127.
«Difficile e pericolosa pugna»: la lectura Dantis di Francesco Filelfo2017 •
Diacritica, XXXII, 2020, pp. 47-60
Appunti sulla satira nel «Ragionamento sovra de l’asino» di Giovan Battista PinoStudi sul Boccaccio
Recensione a "Boccaccio: gli antichi e i moderni", a cura di A. M. Cabrini, A. D'Agostino, Milano, Ledizioni LediPublishing, 2018, pp. 3002019 •
Fogli. Rivista dell'Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano
«Fogli», 37 (2016)Ediarco Bologna Editore
I LIBRI DI OLOKAUSTOS -1 1938 Anno infame. Antisemitismo e profughi nella stampa ticinese2005 •
Il progetto autobiografico delle Familiares di Petrarca
IL PROGETTO AUTOBIOGRAFICO DELLE FAMILIARES DI PETRARCA STUDI E RICERCHE2008 •